Mastodon ci salverà dal caos di Twitter: quale sarà il social del 2023?

Mastodon ci salverà dal caos di Twitter: quale sarà il social del 2023?
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I ringraziamenti di Eugen Rochko verso Elon Musk si sono già fatti sentire: gli utenti di Mastodon sono triplicati in appena due settimane con la fuga di massa degli utenti dopo l’acquisizione completata dal CEO di Tesla e SpaceX. Il caos da lui generato questo mese su Twitter è evidente, e Internet non ne vuole sapere.

La tentazione del fediverso, che non ha nulla a che vedere con il metaverso, si sta facendo sentire per un semplice motivo: licenziamenti, funzionalità attivate e disattivate continuamente, e una miriade di episodi controversi stanno rendendo Twitter invivibile agli occhi di molti amanti dei social network. Rimanere informati è essenziale e la piattaforma fondata da Jack Dorsey è una delle migliori sotto questo aspetto; purtroppo, però, l’esperienza d’uso in questo mese è diventata pessima per milioni di persone.

Quando le regole cambiano repentinamente per volere di qualcuno che professa la “libera espressione” e procede col ban massiccio di account parodia, o che evidenzia l’importanza della spunta blu per verificare l’autenticità dell’informazione e poi la inserisce a 8 euro al mese su Twitter Blue, il pubblico capisce rapidamente che qualcosa non va, e che è giunto il momento di cambiare aria.

Mastodon è la soluzione più apprezzata da coloro a cui la tutela della privacy sta a cuore, ovvero coloro che vogliono piattaforme sociali decentralizzate, dove l’esperienza d’uso è adatta a tutti. In altre parole, Mastodon sta dimostrando l'importanza della democraticità dei social network. In un’era in cui i propri dati personali costituiscono fonte di ricchezza per i colossi Big Tech, da Amazon a Meta, tutelarsi nel proprio piccolo è cruciale.

Coloro che si chiedono, dunque, se ha senso migrare da Twitter a Mastodon, possono trovare la risposta nelle evidenti differenze tra le due realtà: da un lato abbiamo una piattaforma già affermata e ricca di contenuti, essenziale per rimanere informati in tempo reale grazie alle fonti dirette (anche senza censure), ma ora nelle mani di qualcuno che sta confondendo utenti e dipendenti con decisioni improvvise ed errate. Dall’altro, invece, troviamo un contesto promotore della tutela della privacy, che non raccoglie dati personali e composto da piccoli social gestiti da persone qualunque, per cui la priorità assoluta è la condivisione di contenuti senza il limite di algoritmi, pubblicità o di una moderazione fallace.