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Con l'avvicinarsi del 25° anniversario di Yu-Gi-Oh!, il 30° di Magic appena conclusosi e la fama delle carte Pokémon alle stelle, quello attuale è il momento perfetto per riprendere a collezionare carte e figurine. Chi torna nel settore da tempo, però, potrebbe trovarsi in difficoltà di fronte ad un nuovo fenomeno: il grading.
Che cos'è, dunque, il grading? In parole molto semplici, il grading è la "scienza" della valutazione delle condizioni di una carta, e viene usato per tutti i principali TCG e le collezioni di figurine in circolazione. Il grading è un processo importantissimo, perché da esso dipende il valore commerciale di una carta: un pezzo in condizioni "Mint" può avere un valore ben diverso da uno in condizioni "Near Mint", "Good" o persino "Poor".
Qui però si apre un vaso di Pandora di termini del tutto nuovi. Proviamo a vedere insieme i principali "stadi" dell'usura di una carta, che vengono comunemente posizionati su una scala dal più al meno integro:
Come avrete intuito da questa "scala", il grading non è una scienza esatta e le valutazioni delle condizioni di una carta variano di caso in caso e talvolta si basano anche su fattori soggettivi. Per rendere più oggettivi questi sistemi di classificazione, dunque, sono nate alcune compagnie specializzate nel grading, come PSA, o Professional Sports Authenticator.
PSA ha una scala di grading da 1 a 10, dove il valore 1 equivale a una condizione Poor e il valore 10 equivale a una condizione Gem Mint, un grado persino più alto del Mint. Altri, come BGS (Beckett Grading Services), vanno ancora più in profondità, con una valutazione da 1 a 10 (compresa di mezzi voti) su quattro aspetti, ovvero Bordi, Angoli, Superficie e Centratura. La media di questi voti, segnati in un'apposita etichetta racchiusa nell'involucro plastico che protegge la carta, fornisce la sua valutazione finale.
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