Michael Jeffrey Jordan è sinonimo di basketball, di Chicago Bulls e di Nike Air Jordan, tre nomi che definiscono la storia di un uomo e soprattutto che descrivono un uomo che ha fatto la storia...dello sport e non solo. Se pensiamo a Michael Jordan è infatti impossibile non tornare con la memoria alla NBA degli anni ‘90, al predominio dei Chicago Bulls e alle iconiche sneakers che graffiavano il parquet dello United Center.
Dalle gesta atletiche ai red carpet il "salto" è stato breve: Jordan non ha soltanto rivoluzionato il mondo della palla a spicchi ma ha portato il suo vestiario, i suoi gesti e i suoi simboli all'interno della cultura popolare. La storia di MJ e delle Air Jordan inizia con l'intuizione dell'allora giovane Nike. Dopo aver dato un'occhiata alla nostra recensione del film Air, non rimane che ripercorrere insieme la leggenda di Jumpman e delle sue celebri scarpe.
Storia di un destino
Tra Chicago, Illinois, città dei Bulls e Beaverton, Oregon, sede della Nike passano più di 3.000 Km, più o meno la stessa distanza mentale che separava il giovane Michael dal nascente brand: l'inizio di quella che poi è diventata una storia d'amore non è stato così semplice. Era il 1984 e la stellina dei tori rossi sognava una collaborazione con i grandi marchi del momento, Adidas e Converse su tutti, la prima famosa per le sponsorizzazioni dei grandi nomi del tennis mondiale e l'altra per avere nel suo roster i migliori giocatori della NBA.
Sulla spinta dell'agente David Falk e della signora Deloris, sua madre, MJ fu quasi costretto a partecipare ad una riunione con i vertici di Nike: l'azienda mise sul piatto un contratto da 250 milioni di dollari, cifra all'epoca enorme per un matricola. Le condizioni imposte dalla "dea della vittoria" furono tre: Michael avrebbe dovuto vincere il titolo di Rookie dell'Anno, avrebbe dovuto essere nominato tra gli All-Star o in alternativa registrare una media di 20 punti e infine le sue scarpe avrebbero dovuto incassare 4 milioni di dollari nei primi tre anni.
Il resto è pura leggenda: Michael Jordan quello stesso anno vinse il titolo di miglior Rookie con una media di 28.2 punti e con tanto di convocazione all'All-Star Game. Ah si, le sue sneakers fatturarono 70 milioni di dollari nei primi due mesi, 126 nel primo anno. La "tecnologia air soles" appena lanciata da Nike si era magicamente trasformata nelle Air Jordan 1.
BANNED
Prima di indossare le sneakers che hanno dato il via ad una e vera e propria dinastia delle scarpe, Michael Jordan esordì nella Summer League con le Nike Air Ship, disegnate da Peter Moore nello stesso 1984: tra le tante colorazioni indossate da MJ, la famosa "Bred", ovvero quella nera e rossa, porta in dote un velo di mistero. All'epoca infatti le stringenti regole della NBA imponevano la presenza del bianco tra i vari colori delle scarpe: la lega decise allora di multare Nike ogni qual volta Michael Jordan fosse sceso in campo con la particolare colorazione rossonera. L'azienda era però talmente sicura del talento del proprio rookie che decise di pagare ogni singola sanzione: le sneakers passarono alla storia con il nome di Air Ship "Banned" e diedero slancio alle vendite delle future Air Jordan 1, scarpe nate letteralmente nella leggenda.
Air Ship e AJ1 furono infatti per molto tempo confuse, contribuendo a gonfiare le casse di Nike: le seconde, disegnate ancora una volta da Moore, furono lanciate tra il marzo e l'aprile del 1985 al prezzo di 65 dollari (altri tempi!). Nike Air Jordan 1 si presentarono al pubblico in 14 colorazioni, nei tagli low e high, tomaia in pelle, swoosh laterale e il leggendario logo del pallone alato sormontato dalla scritta Jordan.
La strada era tracciata: le Air Jordan 2 nel 1986, le iconiche Air Jordan 3 con l'esordio del logo Jumpman nel 1987 che convinsero Michael a restare con Nike (la tentazione Adidas era ancora forte), le Air Jordan 4 nel 1989 (nella colorazione White Cement, le più belle di sempre per chi scrive) e così via, modello dopo modello fino ai giorni nostri.
Sneakers (e street) Culture
Le Air Jordan divennero virali in un'epoca in cui la viralità non poteva contare su internet, non solo semplici scarpe da basket ma un vero e proprio status symbol per la gente comune e per i vip. Il successo di questa linea è stato tale che a partire dal 1991 il brand Jordan è diventato a tutti gli effetti un marchio satellite della stessa Nike, con tanto di identità e autonomia proprie.
Il segreto di quello che oggi è forse il più famoso brand di streetwear al mondo non è stato solo quello di saper sfruttare il volto del giocatore di basket più famoso (e più forte, mi permetto di aggiungere, al di là delle statistiche) di tutti i tempi, ma anche quello di proporre tecnologie all'avanguardia, sempre capaci di innovare nella forma e nella sostanza, modello dopo modello, entrando costantemente nell'immaginario comune grazie alla leva fornita e sapientemente utilizzata della cultura pop, prendendo spunti e lanciando mode con il giusto mezzo. Back to the Future e Space Jam vi dicono qualcosa?
Dagli anni ‘80 ad oggi Air Jordan ha conquistato il cuore dei fan e non solo, facendo letteralmente impazzire i collezionisti: le originali sneakers del 1985 toccano oggi cifre folli che si aggirano intorno a i 16.000 dollari, senza contare i rari modelli autografati, come le Air Jordan XIII delle finali del 1998, battute all'asta per soli 2.2 milioni di dollari. Cantanti, attori, sportivi, donne e uomini del mondo dello spettacolo fino alle passerelle dell'alta moda: è quasi impossibile trovare qualcuno che non si sia fatto fotografare con delle Jordan ai piedi. In fondo, non tutte le scarpe si sono meritate un film dedicato.
Michael Jeffrey Jordan è sinonimo di basketball, di Chicago Bulls e di Nike Air Jordan, tre nomi che definiscono la storia di un uomo e soprattutto che descrivono un uomo che ha fatto la storia...dello sport e non solo. Se pensiamo a Michael Jordan è infatti impossibile non tornare con la memoria alla NBA degli anni ‘90, al predominio dei Chicago Bulls e alle iconiche sneakers che graffiavano il parquet dello United Center.
Dalle gesta atletiche ai red carpet il "salto" è stato breve: Jordan non ha soltanto rivoluzionato il mondo della palla a spicchi ma ha portato il suo vestiario, i suoi gesti e i suoi simboli all'interno della cultura popolare. La storia di MJ e delle Air Jordan inizia con l'intuizione dell'allora giovane Nike. Dopo aver dato un'occhiata alla nostra recensione del film Air, non rimane che ripercorrere insieme la leggenda di Jumpman e delle sue celebri scarpe.
Storia di un destino
Tra Chicago, Illinois, città dei Bulls e Beaverton, Oregon, sede della Nike passano più di 3.000 Km, più o meno la stessa distanza mentale che separava il giovane Michael dal nascente brand: l'inizio di quella che poi è diventata una storia d'amore non è stato così semplice. Era il 1984 e la stellina dei tori rossi sognava una collaborazione con i grandi marchi del momento, Adidas e Converse su tutti, la prima famosa per le sponsorizzazioni dei grandi nomi del tennis mondiale e l'altra per avere nel suo roster i migliori giocatori della NBA.
Sulla spinta dell'agente David Falk e della signora Deloris, sua madre, MJ fu quasi costretto a partecipare ad una riunione con i vertici di Nike: l'azienda mise sul piatto un contratto da 250 milioni di dollari, cifra all'epoca enorme per un matricola.
Le condizioni imposte dalla "dea della vittoria" furono tre: Michael avrebbe dovuto vincere il titolo di Rookie dell'Anno, avrebbe dovuto essere nominato tra gli All-Star o in alternativa registrare una media di 20 punti e infine le sue scarpe avrebbero dovuto incassare 4 milioni di dollari nei primi tre anni.
Il resto è pura leggenda: Michael Jordan quello stesso anno vinse il titolo di miglior Rookie con una media di 28.2 punti e con tanto di convocazione all'All-Star Game. Ah si, le sue sneakers fatturarono 70 milioni di dollari nei primi due mesi, 126 nel primo anno. La "tecnologia air soles" appena lanciata da Nike si era magicamente trasformata nelle Air Jordan 1.
BANNED
Prima di indossare le sneakers che hanno dato il via ad una e vera e propria dinastia delle scarpe, Michael Jordan esordì nella Summer League con le Nike Air Ship, disegnate da Peter Moore nello stesso 1984: tra le tante colorazioni indossate da MJ, la famosa "Bred", ovvero quella nera e rossa, porta in dote un velo di mistero.
All'epoca infatti le stringenti regole della NBA imponevano la presenza del bianco tra i vari colori delle scarpe: la lega decise allora di multare Nike ogni qual volta Michael Jordan fosse sceso in campo con la particolare colorazione rossonera. L'azienda era però talmente sicura del talento del proprio rookie che decise di pagare ogni singola sanzione: le sneakers passarono alla storia con il nome di Air Ship "Banned" e diedero slancio alle vendite delle future Air Jordan 1, scarpe nate letteralmente nella leggenda.
Air Ship e AJ1 furono infatti per molto tempo confuse, contribuendo a gonfiare le casse di Nike: le seconde, disegnate ancora una volta da Moore, furono lanciate tra il marzo e l'aprile del 1985 al prezzo di 65 dollari (altri tempi!). Nike Air Jordan 1 si presentarono al pubblico in 14 colorazioni, nei tagli low e high, tomaia in pelle, swoosh laterale e il leggendario logo del pallone alato sormontato dalla scritta Jordan.
La strada era tracciata: le Air Jordan 2 nel 1986, le iconiche Air Jordan 3 con l'esordio del logo Jumpman nel 1987 che convinsero Michael a restare con Nike (la tentazione Adidas era ancora forte), le Air Jordan 4 nel 1989 (nella colorazione White Cement, le più belle di sempre per chi scrive) e così via, modello dopo modello fino ai giorni nostri.
Sneakers (e street) Culture
Le Air Jordan divennero virali in un'epoca in cui la viralità non poteva contare su internet, non solo semplici scarpe da basket ma un vero e proprio status symbol per la gente comune e per i vip. Il successo di questa linea è stato tale che a partire dal 1991 il brand Jordan è diventato a tutti gli effetti un marchio satellite della stessa Nike, con tanto di identità e autonomia proprie.
Il segreto di quello che oggi è forse il più famoso brand di streetwear al mondo non è stato solo quello di saper sfruttare il volto del giocatore di basket più famoso (e più forte, mi permetto di aggiungere, al di là delle statistiche) di tutti i tempi, ma anche quello di proporre tecnologie all'avanguardia, sempre capaci di innovare nella forma e nella sostanza, modello dopo modello, entrando costantemente nell'immaginario comune grazie alla leva fornita e sapientemente utilizzata della cultura pop, prendendo spunti e lanciando mode con il giusto mezzo. Back to the Future e Space Jam vi dicono qualcosa?
Dagli anni ‘80 ad oggi Air Jordan ha conquistato il cuore dei fan e non solo, facendo letteralmente impazzire i collezionisti: le originali sneakers del 1985 toccano oggi cifre folli che si aggirano intorno a i 16.000 dollari, senza contare i rari modelli autografati, come le Air Jordan XIII delle finali del 1998, battute all'asta per soli 2.2 milioni di dollari. Cantanti, attori, sportivi, donne e uomini del mondo dello spettacolo fino alle passerelle dell'alta moda: è quasi impossibile trovare qualcuno che non si sia fatto fotografare con delle Jordan ai piedi.
In fondo, non tutte le scarpe si sono meritate un film dedicato.