In Giappone c'è un villaggio interamente popolato da bambole

Si chiama Nagoro, nella valle di Iya, ed è un villaggio abbandonato e unico al mondo che ospita 400 bambole di stoffa.

In Giappone c'è un villaggio interamente popolato da bambole
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Nagoro non è certo una delle tappe più gettonate quando si programma un viaggio in Giappone. Ma per gli amanti dell'arte e dei luoghi dimenticati da Dio, questo piccolo villaggio sull'isola di Shikoku, nella prefettura di Tokushima, offre ai visitatori un panorama imperdibile e unico al mondo.
Nagoro è praticamente disabitato da più di un decennio, ma non per questo si può dire che non ci viva nessuno. Soprannominato "Nagoro Doll Village", il piccolo villaggio nella valle di Iya, infatti, ospita circa 400 bambole.

Fascino e desolazione

Prima del nuovo millennio, a Nagoro abitavano centinaia di persone: c'era una scuola, piccole imprese locali, ristoranti e una palestra. A settembre 2019, gli abitanti di Nagoro sono a malapena 27. Il piccolo paese della valle di Iya non è l'unico ad aver affrontato questa triste sorte: il Giappone è il Paese per eccellenza nel quale le persone sono più inclini a spostarsi nelle grandi città, che divengono sovrappopolate e soffocanti, lasciando i villaggi ad un futuro di povertà e decadimento.
In seguito alla chiusura di una delle aziende principali, la popolazione è migrata verso centri abitati più proliferi, abbandonando il paesino a sè stesso. Oggi però, visitare questo villaggio è come aprire uno scrigno di tesori: Ayano Tsukimi, ex abitante di Nagoro, dopo aver scoperto l'abbandono del suo paese natale ha deciso di ripopolarlo con circa 400 bambole, realizzate a mano da lei stessa. È impossibile, dunque, visitare Nagoro e sentirsi soli: le bambole occupano ogni angolo del villaggio e accolgono i visitatori con un sorriso.

"Kakashi no Sato"

Fermate del bus, giardini, panchine e banchi di scuola: a Nagoro non c'è angolo "disabitato", perché le bambole ripopolano tutte le strutture pubbliche del paesino. Nella palestra, addirittura, le bambole si riuniscono in una folla, come a celebrare una festa religiosa.
Tsukimi Ayano, 73 anni, ha cominciato a realizzarle durante la prima decade degli anni 2000, con il desiderio di far rivivere il suo villaggio nativo attraverso le sue creazioni confezionate a mano.
Il lampo di genio avvenne quando il suo vicino di casa, ad Osaka, prese l'abitudine di salutare ogni mattina lo spaventapasseri nel suo orto. Prendendo spunto dai ricordi d'infanzia e dai vecchi abitanti di Nagoro, Ayano cominciò a realizzare bambole di dimensioni umane ("kakashi", "spaventapasseri") con abiti e accessori, in una sorta di preghiera intima che esorcizza la paura dell'abbandono. Mentre il paesaggio si svuotava, gradualmente, le bambole aumentavano. Oggi Nagoro ospita circa una trentina di abitanti e quasi 400 bambole, tra personaggi di fantasia e volti noti in tutto il mondo. Ce n'è perfino una che si ispira a Donald Trump!

Rinascita artistica

Ayano dedica tutta la vita alle sue bambole di stoffa, che ogni anno attraggono turisti e fotografi nel paesino incastonato tra le ripide montagne di Iya. Nagoro combatte contro la solitudine e da villaggio fantasma si trasforma in un'opera artistica a cielo aperto, capace di affascinare, inquietare ma soprattutto commuovere.
E mentre il paese si svuota, le bambole rimangono e cristallizzano per sempre i momenti di semplice quotidianità, tra le fermate del bus, la segheria e i gradini delle case. Quella di Nagoro è molto più di un'illusione ottica, perché Ayano imprime nelle sue creazioni tutta l'emotività e la tenacia di un essere umano che combatte contro la paura del vuoto. Tra i kakashi ce n'è anche uno che assomiglia a lei: una sorta di alterego immobile che resisterà allo scorrere incessante del tempo.