Fantacalcio, tra sport simulato e fenomeno di costume

Alla scoperta del gioco che da 35 anni ci fa diventare “tutti allenatori” e che in Italia conta oggi 6 milioni di appassionati.

Fantacalcio, tra sport simulato e fenomeno di costume
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Si sente dire spesso che siamo un popolo di allenatori. Perché in Italia il calcio non ci basta solo guardarlo, ci piace discuterne, commentare, criticare, esprimere le nostre opinioni su chi far giocare e come, ma anche su quali giocatori dovrebbe acquistare o vendere la nostra squadra del cuore. Insomma, intorno al calcio ci piace fantasticare, immaginare di essere nei panni dell'allenatore (ma anche della dirigenza) e di far giocare il nostro dream team.
È forse questo il segreto del successo del Fantacalcio, il gioco che effettivamente ci fa diventare "tutti allenatori": le stime più recenti dicono che oggi in Italia sono 6 milioni le persone che ci giocano, cioè circa un decimo della popolazione totale. Un passatempo ormai diventato di massa, che è anche un fenomeno di costume con il suo linguaggio e la sua sottocultura, un rito collettivo che riprende ogni anno insieme al Campionato.

Le regole del gioco

Ma se non fate parte di quel 10% che ci gioca, forse ve lo state chiedendo: come funziona esattamente il Fantacalcio? Si tratta, detto in poche parole, di un campionato simulato.
Per giocare bisogna innanzitutto far parte di una "lega", cioè di un gruppo di giocatori (detti anche "fantallenatori") che ogni anno si contendono la vittoria. Esistono leghe private, in genere composte da più o meno una decina di persone che si conoscono, e leghe pubbliche, per le quali tutto si svolge online e possono comprendere anche centinaia o migliaia di giocatori.

Ogni fantacampionato inizia con l'asta, che è un po' il momento clou della stagione. È qui che i membri di una lega si ritrovano insieme (questo vale, ovviamente, solo per le leghe private) per accaparrarsi, a suon di offerte e rilanci, i calciatori delle Serie A che andranno a comporre la propria squadra.
Da qui in avanti, per ogni giornata di Campionato, i fantallenatori dovranno schierare la migliore formazione possibile con i calciatori a propria disposizione, i quali faranno punti in base alle loro prestazioni sportive nella realtà (ad esempio segnare un goal implica un sostanzioso bonus).
Per vincere la giornata, la propria squadra deve fare nel complesso più punti di quella contro cui si sta giocando, o così è almeno nella modalità classica che funziona per scontri diretti.

Fenomenologia del fantallenatore

Ma le regole non bastano a rendere conto di tutto ciò che ruota intorno al "fanta", che per molti forse è qualcosa di più di un semplice gioco. È un impegno settimanale che richiede attenzione, studio e soprattutto passione. Si potrebbe tentare uno studio antropologico intorno alla cultura del Fantacalcio, ai suoi riti e ai suoi linguaggi. Un capitolo andrebbe dedicato ai "tipi" di fantallenatori, ognuno con il suo approccio al gioco che rivela un certo carattere, se non proprio una certa filosofia di vita.
Ci sono quelli più meticolosi, che basano le loro strategie sullo studio di dati e statistiche e chi invece preferisce affidarsi soprattutto all'istinto. Chi punta sui grandi nomi e chi si improvvisa talent scout nel tentativo di mettere nella propria squadra i fenomeni non ancora scoperti. In ogni caso, per vincere non basta la giusta tattica ma è necessaria anche una certa dose di fortuna, dato che si tratta sempre un gioco con una componente ineliminabile di rischio, in cui è impossibile avere certezze a priori.

Oltre al favore della sorte, la dote più preziosa per un fantallenatore è comunque la conoscenza del calcio reale. Del resto, è facile che i veterani del fantacalcio sviluppino una competenza nel mondo calcistico superiore a quella di molti semplici tifosi ed appassionati, dato che per essere competitivi le loro nozioni devono andare oltre le grandi squadre e i nomi più famosi che occupano la maggior parte dello spazio nei media ed approfondire accuratamente anche le performance delle squadre minori e dei calciatori di seconda fascia.

I fantasport

Il fantacalcio non nasce dal nulla. È solo uno dei tanti fantasport: una vasta categoria di giochi basata sulla creazione di formazioni virtuali di atleti professionisti. In linea di massima si può creare un fantasport intorno a qualunque sport reale.
Nascono negli Stati Uniti negli anni ‘50. La persona che contribuì maggiormente alla loro creazione fu Wilfred Winkenbach, comproprietario della squadra di football degli Oakland Raiders. Fu appunto Winkenbach ad organizzare un piccolo circolo di amici appassionati di golf in cui ciascuno creava la propria squadra immaginaria di golfisti professionisti.

Ma il golf era solo l'inizio. Negli anni '60 Winkenbach applicò la stessa idea allo sport più popolare negli Usa, il football.
Nacque così il Fantasy Football (o Nfl Fantasy) che è ad oggi il fantasport più giocato al mondo, con 47 milioni di giocatori sparsi in tutto il globo.
Se il Nfl Fantasy è e resta il re dei fantasport in America, col tempo sono spuntati molti altri giochi simili legati agli sport più seguiti dagli statunitensi, come baseball, hockey e basket. Caratteristica comune è la valutazione dei giocatori (e quindi il calcolo dei punteggi) basata su varie statistiche. Del resto, una certa mania per i dati numerici è da sempre una delle caratteristiche dello sport professionistico americano e dei suoi tifosi.

Le origini

Per arrivare al calcio e all'Italia bisogna aspettare gli anni '80 e l'intuizione di Riccardo Albini, giornalista milanese classe 1953. Uno che aveva già dimostrato di avere lo spirito del pioniere: nel 1982 aveva fondato Videogiochi, la prima rivista italiana interamente dedicata ai videogiochi. Anche per via della sua attività nell'informazione videoludica, Albini era solito a viaggiare negli Stati Uniti. Si trova appunta a Chicago, in visita ad una fiera dedicata al gaming, quando acquistò un libro che spiegava le regole del Fantasy Football.
Intrigato dall'idea di un gioco simile basato sul calcio negli anni successivi elaborerà il regolamento di quello che diventerà il Fantacalcio. La principale differenza rispetto ai fantasport americani è che nel suo gioco il punteggio dei giocatori non è calcolato a partire dai dati statistici (anche perché all'epoca erano, per quanto riguardava il calcio italiano, scarsamente disponibili) ma si basa sui voti nelle pagelle dei quotidiani sportivi, più bonus e malus dati dai fatti salienti di un partita (goal fatti e subiti, assist, ammonizioni).

E così nel 1988 per la prima volta si giocò al Fantacalcio. La prima lega era costituita da Albini e da sette suoi amici che si ritrovavano al Goccia d'oro, un bar di Milano, oggi scomparso.
Un primo test del gioco venne fatto basandosi sulle partite degli europei di quell'anno: fu un successo e portò immediatamente il gruppo a iniziare a giocare con il campionato di Serie A e a continuare negli anni successivi.
Nel 1990 i tempi furono ormai maturi affinché il mondo conoscesse il Fantacalcio. Albini pubblicò Serie A - Il gioco più bello del mondo dopo il calcio, un manuale che spiegava le regole del nuovo gioco, a cui in quell'anno si appassioneranno circa 15mila persone. Un salto in avanti notevole nella popolarità arrivò nel 1994, grazie a una collaborazione ufficiale con La Gazzetta dello Sport.
Fu un successo strepitoso: quell'anno ci si aspettava una partecipazione all'iniziativa di circa 10mila persone. Furono 70mila.

Gli sviluppi

Da allora qualcosa è cambiato. La differenza più importante è che se un tempo il calcolo dei punteggi lo si faceva manualmente, armati di fogli e matite, guardando le pagelle pubblicate dai giornali, oggi il gioco passa da portali online che hanno digitalizzato e automatizzato tutto.
Albini continuò a gestire personalmente il suo gioco fino al 2000, quando vendette il marchio registrato "Fantacalcio" al Gruppo Gedi. Successivamente i diritti sono stati acquistati da Quadronica, la società proprietaria di Fantagazzetta (oggi di nuovo Fantacalcio), la piattaforma online di Fantacalcio che oggi conta il maggior numero di iscritti in Italia.

Le regole invece non sono cambiate molto col passare degli anni, perlomeno nella versione classica. Si sono però aggiunte delle modalità alternative: la più importante è quella chiamata "Mantra", che può essere considerata un po' la versione hardcore del Fantacalcio.
Con questo regolamento ai calciatori viene assegnato un ruolo più specifico rispetto a quelli canonici del fanta (che sono solo difensore, centrocampista e attaccante). In questo modo i fantallenatori sono costretti a creare squadre più realistiche, rendendo più difficile la costruzione della rosa iniziale e la scelta della formazione titolare da inserire settimanalmente.

Un fenomeno influente

Uno delle spie della grande diffusione ormai raggiunta da Fantacalcio è la massa gigantesca di content online che gli è dedicato. Non si contano gli influencer e i creator che hanno acquistato popolarità (una popolarità di nicchia, si intende, ma una nicchia che può valere decine di migliaia di follower) come esperti di Fantacalcio e dispensando consigli attraverso podcast, video su YouTube, post su Instagram, dirette su Twitch su quali calciatori comprare o schierare.
E, aspetto del tutto nuovo, anche il confine tra Fantacalcio e calcio reale va assottigliandosi: non è raro che alcuni veri calciatori rivelino pubblicamente di essere anche loro giocatori del fanta o comunque che parlino del loro rapporto con il gioco, oppure che si ritrovino a interagire sui social con i fantallenatori.

Ma l'archetipo del fantasport è diventato così influente da uscire anche dai limiti strettamente sportivi per contaminare altri mondi. Un esempio? Recentemente ha conquistato moltissima popolarità il gioco del Fantasanremo, che applicava le stesse dinamiche del Fantacalcio a un evento come il Festival di Sanremo, che non ha nulla si sportivo ma che, esattamente come il campionato di Serie A, ogni anno è seguito e commentato da milioni di persone.
Un'ultima notizia per dimostrare come il Fantacalcio può fare anche bene, al punto da venire raccomandato. Accade nel Regno Unito, dove da anni nei centri di recupero per ludopatici è frequente che ai pazienti venga consigliato di dedicarsi alla Fantasy Premier League (versione inglese del Fantacalcio). Secondo molti esperti di ludopatia, giocare al fantasport può dare ai malati di scommesse sportive un grosso aiuto per disintossicarsi. Certo, anche il Fantacalcio può a sua volta diventare un'ossessione. Tuttavia, un'ossessione quasi innocua, dato che il rischio più grande che si corre (come qualunque fantallenatore sa bene) è quello di rovinarsi le domeniche con un 65,5!