Alice Nel Paese Delle Meraviglie è ispirato ad una bambina reale?

Alice Liddell era in realtà una delle muse di Lewis Carroll, ma l'autore smentì il parallelismo per tutta la vita

Alice Nel Paese Delle Meraviglie è ispirato ad una bambina reale?
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Il fascino di "Alice Nel Paese Delle Meraviglie" sfida il tempo e le generazioni e proietta i lettori in un mondo di avventure bizzarre, fatto di personaggi curiosi ed inquietanti, che ha influenzato letteratura, cinema e cultura pop.
Nato dal pugno di Charles Lutwidge Dodgson (noto come Lewis Carroll), il romanzo fantastico che vede come protagonista la piccola Alice ha una genesi controversa che trova sfogo in una serie di situazioni paradossali, ricorrenti per tutta la narrazione. E racconta di una bambina, molto vicina allo scrittore, che è davvero esistita.

La malattia di Lewis Carroll

Matematico, assiduo studioso, insegnante, prete anglicano e scrittore: Charles Lutwidge Dodgson, in arte Lewis Carroll, era una mente fuori dal comune, vittima di un corpo malato sin dall'infanzia. Con fortissime emicranie e allucinazioni visive, la sindrome di Todd affligge i bambini sin dalla tenera età e fu studiata molti anni più tardi dallo psichiatra inglese John Todd, nel 1955.

Si tratta di un disturbo neurologico che si manifesta con una percezione distorta della grandezza e della distanza degli oggetti, oltre alla difficoltà nel riconoscere i volti. Tutto ciò si riscontra nel romanzo di Lewis Carroll e nella dimensione alterata in cui si ritrova la protagonista.
Tunnel, conigli parlanti, diversa percezione del tempo e corpi che si rimpiccioliscono e si ingrandiscono a dismisura: la malattia dello scrittore viene illustrata all'interno del suo romanzo più celebre, tra dettagli inquietanti e situazioni al limite del paradosso. In pratica, l'unico elemento fedele alla realtà, all'interno del racconto, sembra essere la protagonista: Alice.

Chi era davvero Alice? 

Lewis Carroll tenne per tutta la vita la cattedra in matematica all'Università di Oxford. Nel 1856 fece amicizia con il nuovo rettore Henry Liddell, sua moglie e le tre figlie Alice Pleasance, Ina e Edith, con le quali faceva spesso picnic e gite in barca pomeridiane. Lewis Carroll si trovava in armonia con i bambini, e alcune teorie sostengono che la sua balbuzie si facesse viva solo in presenza di adulti, mentre con i più piccoli era solito raccontare storie fluenti e fantasiose.

Nel 1862, durante una di queste gite con le bambine Liddell, Carroll inventò una storia di fantasia che appassionò le tre sorelle e Alice lo pregò di metterla per iscritto. Nacque così "Le avventure di Alice sotto la terra", che in seguito a diverse revisioni mutò nel celebre "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie", firmato con il suo pseudonimo da scrittore. Carroll regalò il manoscritto originale ad Alice durante il Natale successivo. Il romanzo fu un successo senza precedenti, amato perfino dalla regina in persona, e l'alter ego di Dodgson divenne uno dei personaggi più di spicco dell'epoca. Nel 1871 lo scrittore pubblicò il sequel del romanzo, "Attraverso lo specchio e ciò che Alice vi trovò"

Il rapporto di amicizia tra Carroll e la famiglia Liddell si interruppe nel 1863. Alice diventò un'artista e cominciò ad esplorare l'Europa, ma dovette affrontare anni di difficoltà economica e problemi famigliari. Si sposò con il giocatore di cricket Reginald Hargreaves ed ebbe tre figli. Dopo vent'anni di silenzio, ricevette una lettera da Carroll in cui le chiedeva la prima versione del romanzo, regalatole da bambina. 

"Mia cara signora Hargreaves (il suo nome da sposata), immagino che questa le sembrerà una voce dall'oltretomba, dopo tanti anni di silenzio; tuttavia l'immagine mentale di colei che per tanti anni è stata la mia amica-bambina ideale è come sempre vivida. Da allora ho avuto molte amiche-bambine, ma non è stata mai la stessa cosa".

I due si incontrarono nel 1888, a quanto pare per l'ultima volta. Alice Liddell non si presentò al funerale di Dodgson, nel 1898, e nel 1928 fu costretta a vendere il manoscritto originale del romanzo a causa di difficoltà economiche, per £ 15.400.

Le accuse a Carroll

Nel 1856 - lo stesso anno in cui conobbe Liddell - Carroll si appassionò alla fotografia e in breve tempo divenne uno dei fotografi più famosi dell'era vittoriana. I suoi scatti ritraggono perlopiù bambini nei panni di fate o creature dei boschi, a volte anche nudi.
Da ciò derivano le accuse di pedofilia nei confronti dell'autore, che nel 1880 smise improvvisamente di scattare e

distrusse la maggior parte delle sue fotografie. Da quanto emerge dalle illustrazioni di "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie", il personaggio di Alice e la reale Alice Liddell hanno un aspetto molto differente. Lo stesso scrittore negò il parallelismo, forse a causa delle accuse sul suo conto. Tuttavia, c'è un elemento significativo che fa pensare che il racconto si basi sulla piccola Liddel: nell'ultimo capitolo del libro "Attraverso lo specchio e ciò che Alice vi trovò" appare un acrostico, un componimento che, se letto dall'alto in basso con la prima lettera di ogni verso, riporta il nome di "Alice Pleasance Liddell". Coincidenze? Lo scrittore è noto per aver giocato con metodi di scrittura alternativi, tra cui una delle sue invenzioni, la nyctografia: un sistema che consente di scrivere al buio, usando un codice di segni su una griglia rettangolare con buchi quadrati. Il resto, è avvolto nel mistero.